TERAPIE

 ​In questo studio
si effettuano ​le seguenti terapie

TERAPIE MANUALI

Massoterapia Distrettuale

Massaggio Connettivale

Massaggio Riflessogeno

Tecniche Osteopatiche

Terapia Craniosacrale

Terapia Miofasciale

Fibrolisi e Scollamenti Fasciali, Aderenze Cicatriziali

Mèziéres

Maitland

Stretching Muscolare Adattato

Manipolazioni Articolari

Manipolazioni Vertebrali

Manipolazioni Viscerali

Trazioni Vertebrali Meccaniche

Terapia Mc Kenzie

Terapia con Metodo GDS

Linfodrenaggio

Rieducazione Perineale

METODO STECCO

AURICOLO TERAPIA

TERAPIE FISICHE STRUMENTALI

Ultrasuoni, Ultrasuoni H2O

Elettroterapia Antalgica (TENS, Interferenziali, ...)

Infrarossi

Laserterapia CO2

Neuroregolazione Interattiva (Skenar)

Terapia Vibratoria Periostale, Lettino Autovibrante

Termoterapia

Magnetoterapia

Bemer Terapia

Tecar Terapia

LPG-Endermologia

Onde d'Urto

Pressoterapia

CERC Therapy

Quello che Non si Dice

Un massaggino non fa mai male...

Un luogo comune da sfatare è che le terapie «male non fanno»: spesso, in mani non qualificate, si scopre il contrario. La società pullula di operatori che hanno la pretesa di curare la persone pur non essendo titolari di una professione sanitaria. Spesso a detta di alcune pazienti i risultati possono essere anche incoraggianti, ("quello mi ha guarito l'artrosi cervicale", l'altro "mi ha rimesso dentro l'ernia del disco") e in effetti esistono operatori non sanitari (estetiste, operatori shatzu, aggiusta-ossa ecc.) che posseggono una buona manualità, ma quest'ultima è destinata esclusivamente a persone sane.

Nelle patologie osteorticolari a volte può essere nascosta un'insidia (un tumore, una lesione, una piccola frattura): per un terapista, in questi casi, è piuttosto facile "far del bene"con un buon massaggio, ma è ben più difficile evitare di "far del male": il fisioterapista è in possesso delle competenze tali da saper riconoscere i pericoli e le controindicazioni di una manovra azzardata, preservando il paziente da eventuali danni.

Ho già eseguito quel trattamento, ma senza risultati...

«Ho già eseguito quel trattamento, ma senza risultati», ci si sente spesso dire. Le tecnologie cambiano. Negli ultimi anni sono state sviluppate forme d’onda particolari che hanno la stessa indicazione antalgica ma, a differenza della T.E.N.S. accelerano il metabolismo tessutale, stimolando la produzione di ATP (il carburante delle fibre muscolari) anche del 500%. In tal modo, accanto ad un effetto antalgico, viene stimolata la guarigione dei tessuti malati.

Se formulata a monte, una corretta valutazione fisioterapica favorisce il buon esito del trattamento.

Un determinato trattamento somministrato su una patologia può avere implicazioni completamente differenti su un’altra. Spesso la scelta del “metodo” di trattamento è più importante del “tipo” di terapia erogata.

Un ciclo sono dieci sedute...

C’è la falsa cultura riabilitativa che consiglia “cicli” di dieci sedute, come se nove fossero poche ed undici troppe... Questa credenza nasce dal fatto che anni fa il Sistema Sanitario Nazionale aveva convenzionalmente individuato nel numero di dieci sedute il tetto massimo erogabile al cittadino: in sostanza la mutua "passava" dieci sedute di fisioterapia per volta. Questo non significa che una persona deve guarire con dieci sedute di fisioterapia: è solo un’esigenza organizzativa di strutture complesse!

I cicli di cura possono essere di tre come di trenta sedute, in relazione alla tipologia del disturbo da trattare. La durata non può essere definita a priori, è presunta in relazione all’andamento di trattamenti analoghi ed impostata secondo la patologia del paziente.
In genere da tanto più tempo è presente una patologia e tanto più lunga è la durata della sua cura.

Personalmente, in qualche malattia grave, mi è capitato di dover sospendere una terapia perché dopo 25 sedute non c'erano sostanziali miglioramenti, ma spesso può succedere di risolvere definitivamente un problema anche solo in una singola seduta.

Dipende da caso a caso.

Il beneficio si sente dopo...

Talvolta si sente dire, da qualche operatore, «queste terapie fanno bene in seguito»: è vero, ma raramente. Al di là della durata complessiva, un buon trattamento fisioterapico, spesso dà risultati significativi già dopo tre sedute. Certamente non è facile raggiungere risultati così elevati in così poco tempo , ma per essere sulla buona strada è meglio iniziare rivolgendosi a personale sanitario abilitato all’esercizio della professione.

Lei mi deve aggiustare il ginocchio...

Il corpo può lamentarsi per innumerevoli motivi: problemi ed infiammazioni locali, disturbi o malattie più generali oppure, come nel caso di stress psicofisico, per il fatto che gli viene dedicato poca attenzione: semplicemente perché ci dimentichiamo di lui. Ignorando i segnali di dolore o di stanchezza che egli ci invia siamo soliti ad usare il corpo come una macchina che serve solo a portare in giro la testa, spesso troppo veloce, giovane ed esigente , rispetto allo stato fisico delle nostre articolazioni.

Rimanendo sul piano meramente corporeo, è bene ricordare che una sana alimentazione, buoni ritmi sonno/veglia, una regolare e costante attività fisica (anche solo continuare ad eseguire gli esercizi prescritti!)contribuiscono in modo essenziale alla riuscita del trattamento e alla sua durata nel tempo.

Metaforicamente, se il corpo è una macchina che ogni tanto ha bisogno di qualche "tagliando", allora si può affermare che con la fisioterapia è possibile oliare le parti, registrare il motore, controllare le sospensioni, ma la manutenzione ordinaria principale è affidata alla cura del proprietario del veicolo.

Se "l'autista del mezzo", nonostante siano state sistemate "le sospensioni" , guida in modo sconsiderato percorrendo ogni giorno terreni accidentati senza soste è inevitabile che egli ricada sulle stesse patologie.

Dunque se è vero che con la fisioterapia possiamo curare efficacemente la "macchina" corpo, si rende altrettanto necessaria la consapevole responsabilità del paziente che permette la miglior cura in assoluto con il costo più basso: la prevenzione.

Vorrei guarire dall'artrosi...

L'artrosi è un fenomeno degenerativo cronico e, purtroppo, progressivo. Guarire significherebbe tornare indietro nel tempo e ringiovanire.

A partire dai venticinque anni di età, infatti, si comincia ad "invecchiare": alcune strutture non vengono più vascolarizzate e, andando avanti con gli anni, si presenta una fisiologica involuzione dei tessuti del corpo. Così come i capelli imbiancano e la pelle appare meno elastica, anche le articolazioni si consumano: in presenza di patologie complesse come le poli-artrosi su persone anziane, bisogna informare il paziente che il trattamento può solo alleviare i sintomi: lo scopo delle terapie sarà quello di "conservare" il più possibile la condizione attuale e rallentare il normale deterioramento. L'obiettivo in questi casi ,non è quello di "guarire", bensì quello di migliorare la mobilità e diminuire il dolore al fine di poter vivere meglio continuando a svolgere le normali attività quotidiane.